L'approccio
"Mi chiamo Ding Xiang, sono una regista di documentari proveniente dalla Cina e curatrice nonché produttrice dell’episodio romano della seconda stagione della serie documentaria originale cinese “A rhapsody of cities”. ...
È così che nello scorso mese di luglio 2025, dopo lo spettacolo "La resistenza delle donne" si metteva in contatto con la nostra associazione una regista cinese che, facendoci i complimenti per l'opera meritoria che noi conducevamo per salvaguardare le memorie della Garbatella, ci proponeva di collaborare ad una puntata di una docu-fiction che va molto in Cina.
...--Questa serie, prodotta da Tencent News con il supporto di Mercedes-Benz China, è una docu-reality di grande successo in Cina. Guidata dalla prospettiva dell’architetto Ma Yansong (fondatore dello studio MAD Architects), esplora le connessioni profonde tra architettura, città e umanità. La prima stagione ha raccontato New York, Parigi e Rotterdam, raggiungendo oltre 66 milioni di visualizzazioni e più di 1,2 miliardi di esposizioni mediali.-- continua la regista.
Ora Ding Xiang ne vuole girare un episodio a Roma.
"Vorremmo raccontare in questa occasione la vita quotidiana e autentica dei romani, andando oltre i monumenti per esplorare storie di comunità e memoria collettiva. È proprio in questa ottica che abbiamo scoperto il vostro importante lavoro con il progetto “Storie de’ casa mia”, che ci ha colpiti per il suo valore culturale, sociale e intergenerazionale."
Attraverso questo tessuto urbano particolare, molto lontano dalla visione grandiosa e magniloquente della Roma dei Cesari, questa produzione cinese vuole far vedere, facendole rivivere sulla scena da attori non professionisti, la ricostruzione di un episodio di vita in comune, e sottolineare quegli aspetti che, nell'originale intervista degli anziani erano state solo raccontate.
La Garbatella
La Garbatella fu edificata a partire dal 1920 per ospitare i lavoratori del futuro porto commerciale che doveva sorgere lungo il Tevere, un progetto poi mai realizzato.
La struttura urbana della Garbatella è fatta a lotti.
I lotti della Garbatella sono i singoli isolati, edificati su terreni precedentemente agricoli, suddivisi dall'Istituto Case Popolari (ICP) appunto in porzioni, per dare case popolari destinate agli operai del vicino porto e delle industrie. Il progetto originale prevedeva un modello di città-giardino, con edifici dotati di spazi verdi, in cui le case sono organizzate intorno a cortili e giardini interni.
Il lotto è una specie di "Città nella città”, una architettura urbana in cui la vita si svolge in particolare comunanza l’uno con gli altri. All’interno di villette stile “Barocchetto” romano” ci sono spazi aperti per i bambini, giardini con alberi da frutto, stenditoi, addirittura negozi. In quello del Civico XXVII in via Roberto De Nobili13 un’unica chiave apriva ogni casa per cui se qualcuno perdeva la chiave di casa, se la faceva dare dalla vicina.
Gli alberghi
Un’altra caratteristica particolare della Garbatella sono gli alberghi. Costruiti tra il 1923 e il 1930 accolsero via via più sfollati.
I cosiddetti Alberghi Suburbani della Garbatella erano destinati principalmente a ospitare le famiglie sfrattate a causa degli sventramenti urbani necessari per la costruzione del nuovo centro monumentale di Roma, poi divennero alloggi di transito per le famiglie che perdevano la loro casa.
Gli alberghi erano quattro, Albergo Rosso, Bianco, Beige e Giallo.
Oggi sono adibiti ad abitazioni permanenti o a uffici (in uno ha sede il comando di Polizia) e sono tutti intorno a Piazza Biffi. Gli alberghi, all’inizio, avevano tutto al loro interno: asilo, scuole, lavanderie, mense, addirittura in uno (quello bianco) c’era un ospedale della maternità.
Il 12 dicembre 1931 venne in visita all’albergo addirittura Gandhi.
Dopo un paio di incontri con il presidente Rodolfo Beato, non senza qualche difficoltà con la lingua, fra i vari copioni proposti, la scelta cade sulla storia , raccontata da un testimone, di una famiglia ebrea, ricercata dalla Gestapo, durante l'occupazione tedesca di Roma nel 1943.
Questa famiglia, moglie , marito e sei figli, col rischio di essere catturata dai nazisti o venduta dai fascisti, fu protetta e salvata fino alla liberazione del 4 luglio del 1944, da tutto un condominio di un lotto.
Di questa storia, raccontata da uno dei protagonisti, Settimio Limentani che a quel tempo aveva otto anni, era stato tratto un atto unico, nella sceneggiatura di Rodolfo Beato, messo in scena a giugno scorso ne' "Le storie de' casa mia".
"La mia storia non parlava della vita della famiglia ebrea, passata nello scantinato di uno dei lotti, a me interessava lo spirito di solidarietà e la generosità che avevano mostrato tante persone della Garbatella, nell'aiutare, col rischio della vita propria o quella dei propri cari, non solo gli ebrei
fuggiaschi, ma i renitenti alla leva, chi si dava alla macchia e chi combatteva, di nascosto, come patriota, contro l'invasore. E non era un aiuto da poco, perchè la fame era tanta e il cibo non c'era per tutti. Quindi, nel testo avevo privilegiato l’aspetto psicologico che aveva caratterizzato i vari
stati d’animo dei protagonisti, gente semplice di periferia a contatto di decisioni che ne mettevano a repentaglio la vita loro e quella dei propri cari." (R.Beato)
L'intervista a Settimio Limentani, che si intravede sullo sfondo, tra le fronde dell' ulivo.
I timori e le perplessità
Rintracciati i testimoni, ricontattati gli attori, c’era un problema di spese urgenti da affrontare. Bisognava chiedere un budget.
Così l’abbiamo chiesto e ci è stato devoluto come donazione. Allora, affittato un piccolo teatro per le prove, fermato il teatro V. Altamura con il service, per la rappresentazione,... siamo partiti.
I cinesi però, domenica 28 settembre mi comunicano che... sono d'accordo a partire... una troupe cinese viene in teatro da noi, direttamente da Pechino per girare in una giornata tutta la puntata! Quando? ...tra un mese o due...no..! .Presto, prestissimo... Al massimo lunedi 6 ottobre!! Cioè?….tra una settimana!
A questo punto il timor panico!! per una cosa di questo genere, in cui una piccola associazione di promozione sociale, come la nostra, diventa Testimonial nell'etere di tutta la gente “che fu” della Garbatella, beh! veramente tremano le gambe. Non siamo pronti!
A parte tutte le liberatorie necessarie, bisogna coinvolgere l'Ente Municipale, il Sindaco, gli Assessorati, perchè questa cosa, che è nata come una semplice collaborazione d'intenti per il futuro, in due mesi si è ingigantita e non può essere sostenuta solo da noi. Deve essere promossa e patrocinata da un' Aura istituzionale, perchè noi non facciamo “la rimpatriata alla trattoria del Moro, ricordando i bei tempi andati,” noi parliamo di un mondo di valori che c'è stato, in alcuni, ed è ancora vivo e per i giovani deve essere custodia e memoria.
Avvisati gli enti preposti, l’editoria della giornalista di Cara Garbatella, Anna Di Cesare, che era venuta al lotto XXVII solo per intervistare Settimio Limentani, ...aspettiamo con ansia l’ora X!
Rodolfo Beato (di spalle) incontra la troupe cinematografica nel teatro Altamura.
Il 6 ottobre
--Il 6 ottobre mattina, la troupe cinese (12 persone) gira per il Centro di Roma.
Poi viene alla Garbatella, visitandone i posti più caratteristici. Il pomeriggio io mi aggrego a loro. Non tutto si è potuto vedere e io stesso, per alcune cose, ho dovuto fare da cicerone. È saltata, per esempio, la visita agli alberghi a cui tenevano tanto. Pazienza!
Alle 17.00 si è arrivati a via Roberto De Nobili, qui era presente Settimio Limentani, testimone del racconto. Ci attende anche la giornalista di “Cara Garbatella” che si è già intrattenuta con Settimio stimolandone i ricordi. Poi tutta la troupe è entrata nel lotto, con grande capannello di gente curiosa intorno. Settimio ha raccontato la sua storia di profugo ebreo, salvato con tutta la sua famiglia dagli abitanti del caseggiato. Ha parlato con una lucidità incredibile e una parlantina sciolta e ricca di dettagli (ha 90 anni, all'epoca dei fatti aveva 8 anni). La troupe ha potuto vedere anche il nascondiglio dove è stato per 5 mesi. poi siamo arrivati al teatro V. Altamura, a Piazza Vallauri.
Lì insieme ad un attore e all'architetto cinese si è fatta una chiacchierata con gli attori e con il pubblico che c'era..
Oltre alla giornalista di Cara Garbatella era presente Eleonora Talli, a nome del Municipio e de' "La voce di Rita", c'era anche la prof.ssa Alessandra De Angelis di "Montagnola Vecchia" e altri.....
La nostra Garbatella "diventa un esempio UNICO di rapporto tra città, urbanità e umanità! " (il virgolettato non è mio , è loro )
Alle 19.00, circa, abbiamo rappresentato Il civico Giusto, sceneggiatura del sottoscritto, liberamente tratta dal racconto di vita di Settimio Limentani.
L’atto unico ha avuto molto successo ed è stato tradotto in viva voce in cinese.
La targa porta l'immagine di una casa che custodisce il carrubo, simbolo di abbondanza, è stata realizzata da Dante Mortet (scultore e cesellatore) per un progetto di memoria popolare e collettiva; il simbolo è stato creato con l’ambizione di riportare nei quartieri e nelle case, questi “alberi” affinché i loro frutti possano maturare nelle coscienze delle nuove generazioni e spandere nuovi semi di solidarietà, inclusione e fratellanza.
La troupe è davanti al civico giusto: si vede sullo stipite del portone lo stemma di "civico giusto"
La nostra regista Eleonora Simonetti ci ha seguito per tutto il percorso delle prove e ci ha supportato con consigli e suggerimenti.
Con lei la scuola di Teatro di Luigi Stagno e Mariangela Tricamo.
Il caro Maestro Renato Di Benedetto, creatore delle musiche che, con me, ha seguito fin dall’inizio tutta questa impresa ha dato il meglio di se’.
Gli attori, anche se principianti, vanno citati: Rossella Mazzoni, Iole Ghizzoni, Teresa Cordi, Sonia Guastamacchia, Emanuele Sapuppo, Mirella Ghilioni, Jacky Granata.
Il sottoscritto ha avuto la sua parte recitativa e Grazia Visconti, con la sua intensa espressività, ha dato modo di esprimere il suo talento di unica attrice professionista del gruppo. -- (R. Beato)
Il filmato si chiamerà Il teatro della memoria, legato al filone A RHAPSODY OF CITIES , verrà trasmesso dalla Tv cinese in dicembre e ci verrà inviato un link per avvisarci.
Nel complesso, pur con difficoltà di lingua, abbiamo conosciuto delle belle persone, gentili, molto corrette e le abbiamo fatte innamorare della Garbatella e questo è il risultato più significativo.
Alla nostra associazione Bereshit va la soddisfazione di aver aperto un campo estero tutto da esplorare e chissà... se da cosa nasce cosa... potranno nascere altre collaborazioni in altri campi.
L’articolo online della giornalista Anna Di Cesare ne sottolinea l’importanza.
https://caragarbatella.it/nella-serie-a-rhapsody-of-the-cities-la-garbatella-e-protagonista/
A conclusione dell'evento, con foto di gruppo e complimenti a tutti, la regista Ding Xiang, a nome della produzione, ha donato all'associazione Bereshit una targa ricordo in pietra, con incisi l’ideogramma che significa “vita” e la sagoma di un pino, simbolo della città di Roma.